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• 1987/88 - Metodo e Emozione, Monaco ed Ingolstadt

Il rapporto tra emozione e metodo costituisce un termine di riferimento centrale, non solo nell' arte e nello psicodramma, ma anche nell' economia, nella tecnica, nell'industria ed anche nella politica, tornato oggi di grande attualità.

Il progetto "Emozione e metodo" non si esaurisce nell' allestimento di alcune mostre con le opere di sei artisti e nella pubblicazione del catalogo che avverrà contemporaneamente. Degli otto partecipanti al progetto siano menzionati Maximilian Wagner per il suo importante lavoro di carattere concettuale-organizzativo e Wolf-Dieter Enkelmannm per il suo notevole contributo nell'ambito della traduzione in immagini filosofiche e per la sua attività intermediaria. Il progetto realizzato con il libro e la mostra, "Emozione e Metodo", costituisce l'avvio di un processo nel quale i lavori artistici come "immagini non figurate" ed il testo filosofico come "movimento mentale di derazionalizzazione", vengono correlati, riflettendosi a vicenda e comunicando tra di loro. Solo ora può emergere sulla superficie il tema: l'esperienza dell' emozione come metodo. È impossibile comprendere il testo artistico-filosofico e percepire i lavori d'arte tramite un approccio superficiale, così come, in questo caso, l'emozione non può prorompere con e mediante il metodo.

Insolita è la combinazione di lavori artistici di una semplicità apparentemente estrema con un testo filosofico che, di primo acchito, sembra sicuramente essere tanto complicato. Questo fatto insolito può comunque venir affrontato con la propria iniziativa. Questo confronto attivo promuove un automovimento dal quale scaturirà, di volta in volta, in ognuno di noi, un libero-parlare, meditativo, del tutto prosaico, forse, oppure anche poetico. Partendo da qui, sia le opere d'arte che i pensieri filosofici iniziano a parlare producendo, dall'intimo della propria anima, il linguaggio. Da un tale movimento del linguaggio, sia collettivo sia singolo, è possibile scoprire e - in modo imprevisto ed inconsueto - sperimentare che la percezione non ha luogo senza comunicazione e che l'emozione non si comunica senza il pensiero. Poichè proprio così si genera l'emozione.

I lavori d'arte ed il testo filosofico non sono poi nient' altro che un'apertura di sentieri metodici nel corso del confronto verso una nuova esperienza del mondo: commossa-commovente. Solo nel corso di questo processo la percezione dei lavori artistici trova il suo adempimento e la comprensione del testo filosofico si rivela nella sua semplicità vivificante. Ma questa possibilità è data infine, proprio dalla difficoltà di comprensione riscontrata a prima vista. Sprigionare l'emozione con il metodo è possibile. Questo sprigionamento non è da affidarsi - oggi meno che mai - alla spontaneità ed al caso. Bisogna ricorrere al metodo - metodo, non nel senso di un mezzo strumentale di manipolazione del sentimento, ma inteso come una messa in scena collettiva liberatoria della coscienza, della capacità percettiva artistica e filosofica che trasforma lo spazio in tempo e le energie represse della vita, con un flusso, in forme imprevedibili.

Questo metodo dell'emozione, messo in scena collettivamente e da inscenare consapevolmente ed attivamente, è diventato oggigiorno indispensabile, di fronte all'impoverimento sistematico del sentimento ed all' atrofizzarsi del vivente. Esso sarà realizzabile e diventerà reale - mediante il progetto evidenziato con la mostra ed il libro - solo a lungo termine, nel corso di un processo di attualizzazione.

Questa messa in scena del progetto che si esprime con metodo, avviene in termini artistici e di creatività concettuale-linguistica e come "opera d'arte" diventerà vera e reale, solo attraverso la produzione di una nuova percezione come spazio-esperienza e tempo- vicenda - secondo Beuys - nel senso di recuperare la natura d'artista di ognuno di noi.

 Jockel Heenes ed Eberhard Simons

 Traduzione dal tedesco:
Lucia Luger-Stock

 

 

ANTONIO SCACCABAROZZI

Mentre elaboro i preparativi per realizzare una "Quantità" sono già in condizione di pregustare una soluzione in tempo breve. Questa possibilità di incontro ravvicinato con l'opera finita, mi spinge al piacere della realizzazione.
Presupposto di una idea più vasta, la singola opera prende il via dopo alcune decisioni preliminari. Misura e qualità del supporto, misura e forma del pennello, scelta del tipo di colore, sono gli elementi formali determinanti.
Uno stato d'animo particolare decide, e l'azione si compie in una stesura di colore.
Colore che presenta la sua fisicità privo di altra immagine che non sia quella della sua quantità, resa attraverso gli strumenti. Risultato appropriato e necessario di quel momento.
Un tempo emozionale, intenso, critico, di un'avventura che sembra ripetersi nel gesto e nella forma, fino a sfidare la copia.
Le "Quantità" hanno un precedente nei lavori del 1974 'Concetto ambiguo di prevalenza', anche se non si direbbe confrontando le due immagini.
"Quantità" è disposizione a una particolare felicità espressiva. Come trovarsi di fronte un campo fiorito e rendersi conto che l'attenzione viene catturata da quel fiore blu là in fondo a sinistra? Il quale suggerirà tali ragioni da essere estratto, per una maggiore considerazione, rispetto al resto.
Le "Quantità", forse, rappresentano la volontà di determinare le cose per meglio affermare le proprie scelte. Un atto quasi disperato che vorrebbe fissare qualcosa di preciso, nella illusoria speranza di prendere tempo al flusso inevitabile, continuo, del cambiamento.

 

 

Informazioni aggiuntive

  • Museo/Galleria: Galerie der Kunstler München, Kunstverein Ingolstadt
  • Periodo: 17 Luglio - 19 Agosto 1987, 5 Febbraio - 6 Marzo 1988
  • Curatela: Ebherard Simons e Wolf-Dieter Enkelmann
  • Artisti: Rofolfo Aricò, Giorgio Griffa, Jockel Heenes, raimer Jochims, Antonio Scaccabarozzi, Maximilian Wagner
  • Crediti fotografici: Joss Bachhofer