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1977 - PREVALENZE (7)

PREVALENZE (7)

 

La scelta del punto come elemento poco esteso, soddisfa alla necessità di situarlo isolato nel campo. La sua forma circolare, gli conferisce una natura anonima, neutra, aperta in tutte le direzioni alla relazione con altri punti che denotano il valore strutturale spazio-distanza che li tiene in tensione.

Il tipo di organizzazione (schema)determina: le distanze, l’ordine di disposizione dei singoli punti, dei gruppi, le grandezze, i colori.

I modi organizzativi di questi lavori so diretti a distinguere le verticali dalle orizzontali con i punti che le sottintendono.

Uno di questi modi è la distinzione operata sulle diverse grandezze nel caso del monocolore , ma, solitamente preferisco diminuire il colore stesso a toni e semitoni, da un M. a un m. aggiungendo il bianco.

Quando invece i punti hanno le medesime grandezze , la distinzione viene effettuata dai colori, primari e complementari.

Il carattere del segnale che il punto ha nel mio lavoro, lo rivela come entità inscindibile dal colore e viene utilizzato senza presupposti soggettivi, simbolici o allusivo-naturalistici, né in fondo oggettivi riferiti a condizioni psicologiche o cromatologiche. Viene utilizzato per quello che è, cioè , materia prima, grezza.

La situazione di tensioni cromatiche aumenta il grado di attenzione e induce lo sguardo a percorrere lo spazio in varie direzioni alla ricerca di punti fissi di interesse, che si verificheranno momentanei e ambigui; in virtù dell’esistenza dei punti privilegiati rispetto ad altri. Cioè l’effetto di prevalenza non è mai predeterminato, ma deciso dal fruitore che si pone in contatto emotivo con l’opera. Le interazioni coi colori, non risultano da accostamenti contigui, ciò nonostante il colore subisce un’alterazione del suo effetto visivo; luminosità, saturazione, carattere relativo caldo-freddo.

Tale fenomeno è dovuto alle dimensioni(relativamente piccole) dei punto colore in rapporto fra loro e alla distanza da dove vengono percepiti, tanto da avere coscienza dell’esistenza del colore , senza, in realtà, conoscerne la vera natura. Ciò significa che vi sono altre possibilità di fruizione, mediante l’azione di allontanamento o avvicinamento, una ulteriore testimonianza dell’impossibilità di mantenere un rapporto fisso con il punto-colore e col risultato generale.

 

                                                                                                                                                       Antonio Scaccabarozzi, 1977