• 2015_11 - "Merate ricorda Antonio Scaccabarozzi", Associazione Artistica e Culturale Artee20, Merate (I)

Uno sguardo  infinito e misurato.

"Guardo  ancora  qua e là, poi rientro con lo sguardo. Ho giusto  il tempo  per rendermi conto di aver osservato la scena attraverso  una tendina trasparente, il vetro della finestra, la zanzariera, la ringhiera di ferro battuto, senza  accorgermi della  loro presenza".
                                                                                                                          Antonio  Scaccabarozzi

 

Fra i molti scritti e pensieri  di Antonio  Scaccabarozzi  quello  sopra  riportato, nella  sua semplicità denotativa, è sempre  stato per me uno dei più illuminanti rispetto alla sua vita  e alla sua poetica.
Quante volte nasce un artista ?
Gino Severini, per esempio, riteneva  di essere stato  partorito due volte:  biologicamente era nato in Toscana, a Cortona  nel 1883, ma fu diversi  anni dopo, nel 1906, che si sentì un germoglio di creatività nell'incandescente clima  culturale della Parigi d'inizio  secolo.

 Se pensiamo  a quante  sono le storie  che s'intrecciano nell'esistenza di un artista, non possiamo  !imitarci a individuare solo un paio di nascite  e, nel caso specifico  di Antonio Scaccabarozzi, oserei affermare  che ci fu un'epifania  ogni volta che il suo sguardo limpido e indagatore si andò a posare su un dato della realtà.

Lasciar vagare gli occhi in libertà, per scrutare  con curiosità  il mondo e poi "rientrare con lo sguardo", ovvero prendere coscienza dei dati sensibili e materici  della realtà:  la stoffa, il vetro, il ferro  c'è ancora la quantità, lo spessore, la misura.
Da questo  modo  di procedere nasce  l'alchimia del  suo personalissimo stile: magia  e stupore nel  guardare, analisi  e metodo nel  trasporre il suo  pensiero nella  creazione

Per Antonio  Scaccabarozzi un importante stimolo  all'operare  fu anche il grande bagaglio di ricordi  dei suoi primi  anni di vita  e dell'adolescenza: negli Strutturali, dove ad essere indagata  è la struttura dei punti, riaffiora  nella mente  dell'artista la parte posteriore del martello  usato dal nonno ciabattino, con il quale aveva passato i primi anni dell'infanzia; nella ricerca cromatica delle Velature è distintamente presente  il Giallo di Napoli Rosato, ricordo  dello zio pittore che dipingeva  le nuvole  di questo colore.

Con la mostra  organizzata da Artee20, Merate  vuole  rendere  un sincero  omaggio  ad Antonio Scaccabarozzi che, nato in questa città  nel 1936, continuò  a vivere nel territorio meratese.

La sua ansia di conoscere e di sperimentare  lo spinse ben lontano dai confini della Brianza: i molti  viaggi, le esposizioni  in Svizzera e in Germania, il dialogo  costante  con gli amici e colleghi Antonio Calderara, Gianni Colombo, Dadamaino, Grazia Varisco sono momenti fondanti della vita e del percorso creativo di un artista il cui lavoro non si presta ad essere etichettato e racchiuso in facili definizioni.

La selezionata scelta di opere presenti in mostra, provenienti da collezioni private meratesi, evidenzia  il lavoro  di un artefice che, nella diversità delle serie prodotte - gli Strutturali, le Prevalenze, le Quantità, le Velature- ha saputo condurre con originalità  una convincente ricerca condotta sul filo della coerenza.

La mano  e la mente  di Antonio  Scaccabarozzi  hanno  saputo  mantenersi lontano  dai modelli usuali  della produzione artistica e le sue opere, con levità  e misura, si sono depositate nel firmamento del mondo dell'arte, non per dare risposte, ma per continuamente interrogare  sul mestiere della pittura  e sul senso più vero e riposto della sua significazione. Sollecitato dalla duplice  sfida  di vedere  e d'intendere, l'occhio dello spettatore viene costantemente solleticato dalle creazioni, non semplici e mai banali, di Antonio Scaccabarozzi, sull'onda  della consapevolezza che l'arte, quella  seria, è qualcosa  di scomodo, che fa pensare e che mette  in discussione

 Elisabetta  Parente