We are glad to announce you that Antonio Scaccabarozzi will be among the artists analyzed by Ilaria Bignotti during the international symposium
“Rethink Medium” chaired and curated by Gary Xu Gang
on April 23rd, 2017,
at Beijing Minsheng Art Museum.
"Quantità di blu" (Quantity of blue), ink on polyethylene film, 1990 cm.70x100
This symposium is in conjunction with the opening of the exhibition “Tiön: Bai Ming’s Kingdom” One of the most active contemporary artists based in Beijing and Dean of Ceramic Arts at Tsinghua University, Bai Ming has exhibited his ceramic, ink, and mixed media works in important solo and group shows around the world. This solo exhibition at Minsheng is the museum’s 2017 highlight show.
The lecture by Ilaria Bignotti, “The Strength of Medium. Bai Ming’s works in dialogue with Post-War and recent trends of contemporary International Art”, will try to compare Bai Ming’s works with artistic researches that belong to her working experiences and studies:
Spatialism, Object-Painting, Environmental art between 50s and 70s, with focus on
Antonio Scaccabarozzi, Paolo Scheggi, Zero and New Tendencies movements,
and to contemporary artists, such as Maurizio Donzelli, Arthur Duff, Alberto Gianfreda, Francesca Pasquali, Laura Renna, and others.
The Archivio Antonio Scaccabarozzi
is pleased to invite you to the opening of SEEING THROUGH / Vedere Attraverso, with the curatorship of Elisabetta Longari, at Casa Italiana Zerilli-Marimò in New York.
Opening
Wednesday February 22, 2017, from 6 pm
24 West 12th Street, New York, NY
During the opening will be played the short animation film entitled Punto d'aria (Air point) realised by Monica Saccomandi, professor at the Academy of Fine Art "Albertina", Turin.
Antonio Scaccabarozzi (Merate, Italy 1936-2008) and Marthe Keller (New York, 1948) belong to different artistic generations, had different cultural upbringings, lived on different continents, (although Marthe Keller has been present in Europe, and particularly in Italy, for a long time), and experimented with different styles.
If we systematically compare their works, however, the two painters seem to move fromsimilar visual problems, and suggest answers that unexpectedly relate to each other. Both artists base the perceptual dynamics of their works on the experience of seeing through.
Antonio Scaccabarozzi partecipates in the exhibition PREMIO LISSONE of MAC(Lissone)in the section PLEIADI (3rd of December-12 of February 2017). The exhibition celebrates 70 years of the wellknown Prize: Premio Lissone.
Misurare la Quantità, e no
1.
Antonio Scaccabarozzi inizia a lavorare sulle misurazioni nel 1979. Data non casuale. Proprio quell'anno si conclude l'esperienza allo Studio Casati, durata un solo decennio prima ad Osnago e poi a Merate, in piena provincia lombarda dove le famiglie perbene trascorrevano le vacenze. Con Scaccabarozzi, solo per fare qualche nome, anche Gianni Colombo, Grazia Varisco e Tornquist sono riuniti dall'intuizione di Antonio e Giorgio di creare un centro d'arte lontano dalle sirene cittadine.
Nel 1979, l'euforia che aveva condotto gran parte degli artisti nell'allontanamento e in qualche caso disconoscimento delle radici, del retaggio della storia dell'arte, si va esaurendo, e il "pittore dei puntini" riprende in mano la questione del dipingere. Non si trova più la sola struttura del quadro nella sua opera: la pittura e suoi materiali tornano in primo piano. Infatti, anzichè fuggire dalla "Brianza velenosa", Scaccabarozzi si insedia ai piedi del monte che ospita il Santuario della Beata Vergine del Carmelo, la piccola chiesa barocca di Montevecchia, non lontano da Merate. Un luogo che lo riporta agli Appennini vissuti durante l'infanzia, al tradizionalissimo zio pittore che per primo lo ha affascinato avvicinandolo a tela e pennelli.
L'esperienza delle quantità si conclude negli anni '90, nuovi materiali nuove soluzioni pittoriche entrano nella valigia del pittore; il polietilene, le griglie, le velature rinnovano il linguaggio di Scaccabarozzi senza condurlo a incomprensibili mutazioni.
2.
Il titolo di un'opera, o di una serie di opere, non è mai banale o secondario, in special modo se l'opera in questione è inserita all'interno del sottoinsieme "pittura concettuale", campo d'azione nel quale si incontrano i secolari antipodi di idea e sostanza. Tra gli elementi che compongono l'opera, il titolo rappresenta più che mai il componente concettuale rispetto alla tela, al pigmento, al polietilene e quant'altro.
Il processo è semplice: il pensiero dell'artista che prende forma in una parola che si ri-trasforma in pensiero, probabilmente altro, nello spettatore. Dunque, l'artista e la sua opera parlano direttamente allo spettatore grazie a una targhettina, generalmente scialba e dal carattere troppo piccolo per essere facilmente comprensibile. Naturalmente ci sono molti artisti che decidono consapevolmente di non sfruttare la mediazione del titolo, ma per Antonio Scaccabarozzi, il titolo ha un suo preciso ruolo e valore: quello di indizio.
In un'intervista del 2006 alla domanda di Natascia Rouchota "cosa diresti a qualcuno per aiutarlo a capire la tua opera?" Scaccabarozzi risponde "direi di seguire il procedimento usuale di fronte a un oggetto d'arte. Quello di capire e dare senso a ciò che vediamo, attraverso una lettura attenta, raccogliendo più dati possibili, anche quelli apparentemente banali come: il titolo, la data, le dimensioni, il materiale usato, come è stato usato, perchè, ecc. Tutte queste informazioni che l'opera concede alla lettura, danno già un quadro significativo del pensiero dell'artista, che indica a quali livelli ci vuole portare." Inoltre, scorrendo i suoi scritti datati 2001 incappiamo in Curiosità. Titoli delle opere che vanno dal 1956 al 2001. Quantità in rosso fa la sua apparizione a due terzi dell'elenco, situandosi fra Comunque adesso rosa e Proprio adesso giallo, in quest'istante... concedendo molta attenzione al colore che diventa il soggetto dell'opera, sostituendo l'azione o la struttura.
Leggendo questo il titolo di questa serie, Quantità, che cosa scopriamo? Cose ovvie? per niente. Innanzi tutto occorre farsi la domanda di partenza giusta: che cos'è una quantità?
Quantità, dal latino quantus - quanto, quanto grande - è la condizione per cui un ente concreto o astratto può essere misurato, quindi la sua grandezza espressa anche in termini numerici; senza determinazione, con uso assoluto, esprime una quantità notevole. Scaccabarozzi procede ad investigare entrambe le possibilità producendo Quantità misurate e Quantità libere, definizioni solo apparentemente in contraddizione.
Le Quantità (1979-1994), nel loro complesso, non appaiono all'improvviso come un lampo di luce nella notte tetra, senza nemmeno un tuono ad annunciarlo. No. Scaccabarozzi ci arrivare per gradi, lavorando sulla tecnica, per esempio le Iniezioni si spiegano come "iniezioni endotela di quantità definite di colore od altri elementi".
Le Quantità misurate (1980 -1984) si presentano come enne dosi di colore applicate su di una superficie di materiale variabile; ogni dose ha forma diversa, è stata pesata e riporta i grammi che la caratterizzano. È divertente notare come le forme ingannino lo spettatore: a dosi "ciccione" corrisponde lo stesso peso di stesure molto sottili.
Le Quantità libere (1982 - 1990), invece, sono ampie stesure di colore apparentemente arbitrarie; l'inganno in pittura è fondamentale. Si crede libero ciò che è dichiarato libero e in realtà che non lo è. Il titolo da sostegno si fa ostacolo. Qui, ogni stesura è realizzata con un pigmento che è stato modificato rispetto alla sua natura di partenza, quella del barattolo, ed è sovrapposto ad altri colori più o meno forti, che lo mutano ulteriormente.
Scaccabarozzi da bravo pittore qual è piega la pittura ai suoi scopi e passa licenziosamente dalla materica alla velata, senza colpo ferire. L'opera è un organismo vivo in continuo divenire, alla cui comprensione siamo assistiti, quasi accompagnati mano nella mano dal titolo. Non è però scontato che il mistero scompaia: titoli come Non prima forse dopo comunque adesso creano come un cortocircuito mentale per quanto poetici essi siano, ed entrano in gioco altri elementi - data, misure, materiali, etc. La data può confondere se l'opera non si conforma al momento storico o se le dimensioni sono bizzarre, l'unica certezza è il materiale.
Misurazioni e Quantità. Quantità e Misurazioni. La tentazione all'interscambio e conseguente appiattimento è forte. Le Misurazioni sono il seme, le Quantità la pianta, il Polietilene il fiore - ma questa è un'altra storia, futura. Emblematiche, perchè apripista, di questa serie sono le Iniezioni e di nuovo ci vengono in aiuto le parole dell'artista, a proposito dell'opera Iniezione endotela (1980): "essa tratta la misura paradossalmente in unità di volume, consistendo nell'iniezione della tela di quantità di colore diluito, che per assorbimento si trasforma in superficie. Altro paradosso è quello della misura-volume messa in crisi dal risultato visivo. Ad esempio, poniamo di iniettare 25 cm cubi di colore nella tela con una sola iniezione, ne risulterà una quantità di colore. Iniettiamo ora l'equivalente in misura, 25 volte 1 cm cubo. Il risultato che avremo ottenuto visivamente non risulterà equivalente come ci aspettavamo". Tra le quantità misurate troviamo anche Una condizione particolare, mano sinistra (1979) che è interamente scritta anzichè dipinta o iniettata o immersa. Restando nel dominio della grafia intercettiamo Misura/distanza (Peso) una quantità di matita pesata: 0,75 grammi di mina blu ritmicamente strofinata su tavola.
Se la pittura consiste essenzialmente nell'atto di stendere colore, essendo caduta la necessità del disegno, il colore è pittura pura, che sia in forma di massa o velatura; ma se la pittura è pura il colore non lo è mai. Che si tratti di smalto o acrilico o vinile il colore steso su tele e tavole non è mai quello acquistato in negozio, una noce di grigio viene sempre aggiunta ai blu, ai rossi, ai gialli, e così via, e questo provoca un cambiamento di luminosità e saturazione, ulteriormente deviato dalla superficie di base mai lasciata nel suo stato originale bianco, spesso abbagliante. I fogli dei quotidiani, Quantità in muta (1987), con la loro carta che ingiallisce nel tempo e l'inchiostro che detta con pieni e vuoti il ritmo dell'osservazione, fa inciampare l'occhio su una macchia d'ombra improvvisa, e trasfigura la quantità di colore in un altro elemento - acqua, vetro, stoffa - semitrasparente. Il potere illusionistico della pittura! Il materiale può anche prescindere dal supporto: Essenziale (1992) costituito di acrilico e mastice è un'opera in cui il colore è supporto di se stesso. Il colore è il signore della pittura, sovrano assoluto di se stesso, ultimo superstite di una lunga spoliazione dell'accessorio prima e della struttura poi, come se di un corpo restasse solo il cuore ancora pulsante, ancora vivo! ma isolato.
Colore, cuore della pittura perchè sensibile e concreto.
3.
Titolo e materiale sono due componenti fondamentali ai quali manca i/il perchè dell'artista. E si apre un mondo di congetture più o meno filosofiche. L'unica grande verità sulla pittura concettuale è che non c'è verità -intesa come dogma, o regola di sapore monastico. Multiforme com'è il pensiero dell'uomo: quello dello spettatore non è mai fatalmente concorde con quello dell'artista, a meno di trovarci nel paradosso in cui l'artista è spettatore di se stesso. Dichiarazioni, interviste, scritti prodotti dall'artista ci indirizzano e al tempo stesso ingannano, illudendoci di raggiungere la totale comprensione. Qualcuno potrebbe dire che sarebbe meglio se gli artisti tacessero e lasciassero parlare le opere, e in realtà quel qualcuno vorrebbe poter dire: tacete, e fate parlare i critici.
La comprensione appartiene al tempo, e non è nemmeno detto che arrivi. Possiamo apprezzare l'opera con i nostri occhi e sentimenti perchè, senza quelli dell'autore, da più di cento anni è possibile. L'opera che si conclude nello spettatore, mito romantico mai tramontato. E il tempo resta fondamentale, anche se Scaccabarozzi non ti porge un rebus da risolvere al pari di un polittico medievale. La ricezione, l'emozione, è molto più immediata, e quindi più sconcertante.
L'atteggiamento contemplativo richiesto dai miti dell'artista meratese, Leonardo e Picasso, e dagli spiriti affini quali Mondrian e Rothko, non può venir meno di fronte alle Quantità. Del resto anche i titoli che gli sono stati dedicati negli anni sottolineano questo atteggiamento: Il peso di un'immagine 2007, Il raro suono del silenzio 2010, L'emozione del metodo 2012, Introduzione al vuoto 2015.
Peso, suono/silenzio, emozione, metodo, vuoto sono solo alcuni degli innumerevoli aggettivi che si potrebbero inanellare per cercare di descrivere l'opera di Scaccabarozzi, e in qualche modo anche di carpirla. Sono gli atteggiamenti necessari alla contemplazione, di norma religiosa. E l'arte non è forse una forma di religione? Definire Antonio l'ultimo dei mistici è forse eccessivo ma opere come 4 velatura su fondo giallo (2005) richiamano inevitabilmente quel mondo. Come Rothko, avrebbe potuto tranquillamente realizzare una cappella.
Veronica Benetello
The Archivio Antonio Scaccabarozzi il pleased to announce Ilaria Bignotti is working with us as special projects curator 2017-2018
The book "I am a painter" curated by Flaminio Gualdoni, edited by Corraini, is present in Franchfurt's Buchmesse and will be also in Antissima Torino 2016
Nextly the Antonio Scaccabarozzi's monograph "Io sono pittore" (I am painter), curated by Flaminio Gualdoni, will be soon published and distributed by Maurizio Corraini Editore in Mantova.
Antonio Scaccabarozzi. Of space and light
by Flaminio Gualdoni
Antonio Scaccabarozzi (1936 – 2008) a significant figure on he horizon of post-war Italian art.
As part of the systematic work undertaken by the Scaccabarozzi Archive to study and document all of the artists work in which analytical painting intersects with an intense conceptual attitude, this exhibition is showing an exploratory group belonging to his later periods .
These works are characterized by the use of formed coloured polyethylene sheets, suspended individually or folded on themselves, creating single shapes suggestively evoking designs of Greek temples yet at the same time of places (Geografia), evincing visual states capable of enveloping the whole ambient.
Scaccabarozzi himself wrote "When I discovered this material, polyethylene, I immediately sensed that it possessed many features that suited my desire to work on transparency, lightness, plasticity, instability and so on... In fact, the material turned out to be perfect
Emerging from the exploration of minimalisation to the point of elimination of the intentionality of the act of painting, in work cycles like le Banchise e Ekleipsis he uses sheets on which physical light acts diversely on their translucency and on their opacity, resulting in highly ambiguous perceptive states - but going further still is the play on optical illusion - where the color appears to stand quite alone, while yet inherent to the material itself.
In the fabrication of the painted surface the sheets are not taut, but presented in their fragile, fluid, imperfect spatial dimension, like actual, real fluctuating plexuses that as the light passing through them, quicken.
This is a reflection that goes beyond the affirmation of the monochrome legacy, with an understanding of the pictorial object as a physical modifying presence: it changes the ratio itself of the conventional concept of painting together with that of the interpretation of the image, tending to draw the eye of the beholder to a place where analytical reflection becomes true, ineffable mood.
“Q
Solo exhibit of Antonio Scaccabarozzi, at the 'Area Cazzaniga' in Merate, with the involvement of the local collectors.
About hundred of artworks shown, too good to miss !!
November 7 - 29, 2015
tuesday 10'-12 a.m., thursday 3-6 p.m.,
friday, saturday and sunday 10-12 a.m. / 3 - 6 p.m.
361 Mal das Wörtchen ,”No”
Mit 25 Künstlern startet Clèment & Schneider das Ausstellungsprogramm im neuen Galeriehaus an der Lotharstraße
Von Thomas Kliemann
Mit der stolzen Zahl von 25 Künstlern hat das Galeriehaus von Clement & Schneider in der Lotharstraße offiziell seinen Betrieb aufgenommen. Star der Premiere ist der Bildhauer und Maler Antonio Scaccabarozzi (1936-2008), dem die zwei grogßen Ausstellungsräume im Obergeschoss gewidmet sind. Scaccabarozzi ist eine spannende Figur der italienischen Kunst: Mit Ausnahme der figurativen und aggressiven Transavanguardia hat er fast alle Richtungen, insbesondere die abstrakten, aufgenommen und fantasievoll verändert. Er ist auf Lucio Fontanas Punkte, Ritzungen und Schnitte ebenso eingegangen wie auf die krude Materialästhetik der Arte Povera.
Die Galerie zeigt eine eindrucksvolle Auswahl von Scaccabarozzi Arbeiten aus drei Jahrzehnten, die geprägt sind von einer großen Leichtigkeit und Nonchalance. Eine Linie, die “quasi gerade" ist, eine Malerei, die sich wie eine Haut ablöst, verlöschende Punkte und ein 361-fach geschriebenes “No" sind witzig-hintergrühdige und sehr poetische Reflexe auf Minimal und Arte Povera.
Scaccabarozzis Kunst bleibt nicht unkommentiert: Schirin Kretschmann, David Semper und Wern,er Haypeter nehmen im Treppenhaus den Dialog mit exzellenten Arbeiten auf, während Joachim Bandau mit seinen kleinen kompakten, geradezu architektonischen Bleiobjekten “Bonsai" eine Gegenposition zur Leichtigkeit des Italieners entwickelt.
Im charmanten Separee auf halber Treppe hat Lorenza Sannai die mit “Ten Ways" betitelte Ausstellung kuratiert, die von zehn Künstlern der Vereinigung der “American Abstract Artists" jeweils eihe Wandarbeit und ein Künstlerbuch präsentiert. Ein witziges Format, das Schlaglichter auf Künstler von Power Boothe bis Stephen Westfall wirft, die man mitunter gerne in · ausführlicheren Präsentationen sahe. Sannais für den Mailander Kunstort “Derbylius" konzipierte Minischau passt akkurat in das Programm der Galerie.
Die komplementäre kleine Sonderausstellung im Erdgeschoss passt nicht nur zum Programm von Clement & Schneider, sie dokumentiert vielmehr rückblickend den Nukleus und die Anfänge dieser Galerie-Idee. Mit Werken und Interventionen von Detlef Beer, Claudia Desgranges, Friedhelm Falke, Maik & Dirk Löbbert, Karim Noureldin, Martin Noël, Martin Pfeifle, Esther Stocker, Tim Trantenroth und Jan van der Ploeg wird an eine ambitionierte Initiative erinnert: das vor zehn Jahren gestartete Projekt “kunstundwohnen" der MIWO Bonn, in dessen Rahmen bildende Kunst auf Architektur trifft.
Clement & Schneider, Lotharstraße 104;
bis 21.November.Di-Dr 14-18, Do 14-22 Uhr
Solo exhibition in Milano, via Foro Bonaparte 48, October 27th - Decembre 5th and in Parma, via Emilio Lepido 3, October 31st- December 5th.
Exhibition opening in Milano October 27th 6.30 p.m., in Parma October 31st 6.30 p.m..
September 27th - Novembre 21st 2015
Opening Sunday September 27th, 11.00 a.m. - 06.00 p.m., presentations and meetings during the day.
Galeriehaus Clement&Schneider
Lotharstraße 104
D-53115 Bonn (D)
+49 228 97143922
info@clement&schneider.de
(Invitation attached)
Threshold of Perception
Opening: Wednesday, September 9, 2015, 6 - 8pm
Exhibition dates: September 10 - November 1, 2015
Antonio Scaccabarozzi's body of work is defined by an experimental investigation into modes of vision. Scaramouche is pleased to present his first United States exhibition with an emblematic selection of pieces in collaboration with the Artist's Estate in Milan, Italy. Up until his unexpected death in a motorcycle accident in 2008, Scaccabarozzi continuously produced and exhibited his work for over four decades, beginning in the mid-60's. Characterized by the use of new materials, his paintings and works on polyethylene sheets reveal an in-depth exploration into visual phenomena, transforming the pictorial mode into brief epiphanies. The result is a rousing ambiguity of situations, accentuated by the awareness that what is before us, our vision, is in continuous evolution.
Scaccabarozzi's work bears witness to an expanded concept of painting. Each of the presented series in "Threshold of Perception" is generated by a new dialogue with materials and techniques, and forms part of an exemplary path of experimentation into ways of activating surfaces. The process of deciphering the images and their versatility is experienced in phases. In a singular context the apparent pictorial simplicity seen at first glance is attributed to the structural rigor. However, it is far from mechanical, hanging in a complex and restless balance, an illusive combination of asceticism and sensuality. The behavior of light creating constantly varying volumes, structures and surfaces inspires Scaccabarozzi in his late 1960's series Fustellati. Here the surfaces are activated by small (or large) circular "cutouts" or hole punches in the canvas in partial relief. In the 1970's series Prevalences, the artist defines the space through colored dots arranged by exact calculations that become ever more aerial; the resulting surface pulses with a created rhythm. A similar calculative method is used in the Injections series of the early 80's, made with a needle to infuse raw canvas with a precisely identified and documented "dose" of acrylic paint to achieve a chromatic field of dots. In the case of polyethylene, which Scaccabarozzi used in his Plastiche and Banchise works beginning in the mid-90's, it revealed itself as the perfect material, a synthesis of movement, form and color; superimposed in layers, the material's mobility and transparency give shape to the concept of painting as a threshold, a sensitive membrane between the visible and invisible.
The recurring presence of the color blue is another exacting choice. In the Western world blue resonates as the most neutral of colors. There is no other color that embodies such a graceful reputation in all of its shades and nuances. Blue resonated with the artist beyond its superficiality as a color of depth, of transcendence, and of distance. Art historian Elisabetta Longari notes an affinity between Scaccabarozzi's work and that of Yves Klein, "Irrespective of the references which can be established through their common use of the monochrome and an affection for the color blue, above all the two artists seem to share a calling for the void, a void full and pregnant like the silence following music, and the impetus toward the infinite... The void into which Klein leapt in his 1960 action-cum-manifesto, Saut dans le vide (Leap into the Void), is the space in which to introduce the work of Scaccabarozzi. If it's true that the role of a poet is to safeguard the blue, the distance, then Scaccabarozzi is a poet who investigated the mechanisms of vision and affirmed its enchantment. His art is the opening into an endless indefinite space."
Antonio Scaccabarozzi (1936 - 2008, Lecco-Milan, Italy) studied at the Castello Sforzesco School of Applied Arts in Milan. His work has been published and exhibited extensively since the early 70's, and continuing with avid dedication following his tragic death in 2008. An affirmed 'outsider' who shied away from the glamour of the art world, he was a free spirit, an uncompromising ascetic devoted to his art. While not anchored to any specific "School" or movement, Scaccabarozzi's work was consistently shown and considered alongside the most important figures of the time such as Getulio Alviani, Agostino Bonalumi, Antonio Calderara, Enrico Castellani, Gianni Colombo, Dadamaino, Piero Dorazio, Giorgio Griffa, François Morellet, and Jorrit Tornquist. Notable solo exhibitions include Galleria del Cavallino, Venice; Galerie Katharina Krohn, Basel; Galleria Lorenzelli, Milan; Lydia Megert, Bern; Galerie Ubu, Karlsruhe; Sleeper, Edinburgh; Kunsthistorisches Institute, Bonn University; Galerie Hoffmann, Friedberg; Cairn Gallery, Pittenweem, UK; Galerie Katrin Rabus, Bremen; Foundation Antonio Calderara, Vacciago di Ameno, Italy; Galleria P420, Bologna; Nuova Galleria Morone, Milan. Recent group exhibitions include Kunstgalerie, Bonn; Galerie La Ligne, Zurich; Galerie Petr Zaloudek, Prague. Clement & Schneider, Bonn is forthcoming this Fall.
Scaramouche
52 Orchard Street
New York, NY 10002, USA
+12122282229 / scaramoucheart.com
Image: Antonio Scaccabarozzi, Canvas Injections C, cmc 3,5/cmc 0,5 x 7, Blu Ultramarine, 1980, 18.5 x 18.5 in.
Antonio Scaccabarozzi
Sep 8 - Nov 13, 2015 Reception: Wed Sep 9 6pm - 8pm
Scaramouche
52 Orchard Street
New York, NY 10002, USA
+12122282229 / scaramoucheart.com
Wed - Sat 12pm to 6pm, Sun 1pm to 6pm
Scaramouche represents emerging and mid-career talent and engages
in collaborations with international artists and galleries since 2009.