W.W.W. - What Walls Want

A cura di Ilaria Bignotti

Artisti: Mats Bergquist, Alessandro Diaz de Santillana, Riccardo De Marchi, Serena Fineschi, Alberto Gianfreda, Nancy Genn, Silvia Infranco, Artur Lescher, Emil Lukas, Antonio Scaccabarozzi e Roy Thurston.

Opening: mercoledì, 23 maggio 2018, ore 15.00 – 21.00. Cocktail ore 19.00

Periodo: 24 maggio – 15 settembre 2018

 

In occasione della Biennale di Venezia di Architettura, Marignana Arte apre una nuova mostra a cura di Ilaria Bignotti.

In questo caso specifico, il tema si allinea fortemente sia all’identità della Galleria sia alla direzione curatoriale di Ilaria Bignotti, studiosa nell’ambito dei linguaggi spazialisti e ambientali tra anni ‘60 e ‘70 e parimenti nelle indagini contemporanee, con riferimento ai temi della processualità, della resilienza e del site-specific.

Il progetto risente di queste direzioni sin dal titolo che gioca su un doppio binario: da un lato, se letto nelle sue iniziali, www, rimanda immediatamente proprio alla rete, al web, al mondo digitale che esalta le potenzialità dell’opera quale medium di coinvolgimento collettivo e di esperienza immersiva.

Dall’altro, leggendolo nella sua estensione, il titolo della mostra ci chiede, e chiede in primo luogo all’artista, “cosa vogliano i muri”: ovvero, come le opere si relazionino con lo spazio, inteso sia come superficie accogliente l’immagine, sia come parete osmotica di una visione meta-fisica, sia infine come membrana osmotica, attivante lo scambio tra opera, artista e spettatore.

Gli artisti coinvolti nel progetto, molti dei quali proposti per la prima volta dalla galleria, rispondono con autonomia di ricerca e al contempo dialogano tra di loro, attraverso le opere selezionate.

Tra i primi, spiccano i nomi di Antonio Scaccabarozzi, esponente della stagione concettuale e analitica europea, mancato nel 2008, rigoroso rappresentante di una ricerca pittorica purissima e contemporanea, ancora da scoprire nella sua profonda eredità; gli risponde Roy Thurston, nome di punta dell’indagine analitica USA, con la sua pittura totemica, ammaliante, concettuale e metafisica, fatta di lente ripetizioni su anime metalliche che con la parete giocano un dialogo inquieto e ipnotico.

Ancora dagli States è Nancy Genn, curata da Francesca Valente, storica artista californiana le cui opere sono osmotici lavori di organica potenza, alla quale è dedicata una mostra personale concomitante curata da Francesca Valente a Palazzo Ferro Fini fino al 7 agosto.

Torna ad esporre in galleria Alessandro Diaz de Santillana con i suoi lavori di assorbente mistero,  in relazione tra la superficie e la profondità, che puntualmente dialogano e si confrontano con quelli di Riccardo De Marchi, artista di raffinata poesia la cui ricerca analizza la relazione tra la persistenza della superficie e la potenzialità del gesto artistico quale superamento dell’ordinata visione. Con Mats Bergquist, svedese, il progetto si arricchisce di una ricerca preziosissima e raffinata, che si esprime in forme plastiche, concave e convesse, eredi di antichi rituali tra l’uomo e lo spazio.

In attivo dialogo con Bergquist, le opere di Silvia Infranco, giovane artista bolognese, grazie all’uso dei materiali organici quali legno, acqua, carte e cera, emergono dalla parete come antiche presenze, malleabili testimoni del nostro sguardo teso tra passato e presente.

Alberto Gianfreda e Serena Fineschi diversamente “frantumano” le certezze dell’opera come oggetto bidimensionale, infrangendo il primo le leggi scultoree e iconiche, stuzzicando la seconda, in direzione concettuale, le severità dell’immagine.

La smaterializzazione del rapporto definito tra superficie e fondo, tra campo e visione è in Emil Lukas, artista americano, fautore di una operosa tessitura che si fa luce, tra addensamenti ed emergenze, in opere di altissimo livello; mentre per Artur Lescher, brasiliano, la misura del rapporto tra uomo e spazio si solidifica in oggetti iconici, esatti, di straordinaria politezza.

 

Mostra collettiva a cura di Ilaria Bignotti presso la galleria Marignana Arte di Venezia

Artisti: Mats Bergquist, Alessandro Diaz de Santillana, Riccardo De Marchi, Serena Fineschi, Alberto Gianfreda, Nancy Genn, Silvia Infranco, Artur Lescher, Emil Lukas, Antonio Scaccabarozzi e Roy Thurston.

Opening: mercoledì, 23 maggio 2018, ore 15.00 – 21.00. Cocktail ore 19.00

Periodo: 24 maggio – 15 settembre 2018

 

Dal 2 Maggio al 6 Giugno 2018
Antonio Scaccabarozzi parteciperà ad una mostra collettiva, presso la Galerie Barrès Rivet di Toulouse (F), con gli artisti Arnal, Dolla, Fauchier e Viallat.

L'Archivio Antonio Scaccabarozzi è felice di annunciare che l'opera 

Iniezione-Delimitazione 

di Antonio Scaccabarozzi è entrata a fare parte delle collezioni Intesa Sanpaolo. 

Giovedì 3 maggio, alle ore 18:30
si terrà la presentazione dell'opera presso le Gallerie d'Italia, Piazza della Scala, 6 - Milano

Interverranno:
Michele Coppola - Direttore Centrale Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo
Anastasia Rouchota - Fondatrice e Direttrice Archivio Antonio Scaccabarozzi
Ilaria Bignotti - Curatore scientifico Archivio Antonio Scaccabarozzi, 
in dialogo con 
Elisabetta Longari - Storica dell’arte
Paolo Bolpagni - Storico dell’arte

Gallerie d'Italia

L'Archivio Antonio Scaccabarozzi,
è felice di annunciare che è iniziato il workshop formato da tre incontri e tenuto da Anastasia Rouchota - Archivio Antonio Scaccabarozzi, realizzato in collaborazione con la professoressa Monica SaccomandiAccademia Albertina di Belle Arti di Torino, dal titolo:

Antonio Scaccabarozzi
Attualità e sperimentazione della materia
a cura di Anastasia Rouchota

Appuntamenti:
Vita, mostre, artisti e contatti internazionali
Mercoledì 21 marzo, ore 14:30
La ricerca: opere, poetica, tipologie, materiali
Mercoledì 28 marzo, ore 14:30
L’archivio Antonio Scaccabarozzi: visione, progetto, metodo
Mercoledì 11 aprile, ore 14:30

I tre incontri si svolgeranno all'interno del corso di Tecniche e Tecnologie della Decorazione, a cura della professoressa Monica Saccomandi.

Il progetto, nato per commemorare il decennale della morte dell’artista e promuovere la figura di Antonio Scaccabarozzi nell’attuale dibattito storico-critico,
 prevede un percorso di analisi all’interno della ricerca accademica e della formazione didattica.

Siamo lieti di annunciarvi che l'opera di Antonio Scaccabarozzi
Rotazione continua orizzontale
sarà esposta durante la mostra:
WunderMoRE
dal 7 marzo all'8 luglio
presso il museo MAXXI, Roma 
a cura di Ilaria BignottiElisabetta Modena,Valentina Rossi e Marco Scotti


WunderMoRE è il primo appuntamento del 2018 di The Independent, il programma del MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma dedicato alle realtà indipendenti, che vede protagonista MoRE come gruppo vincitore di i8, l’iniziativa della fiera ArtVerona dedicata agli spazi indipendenti, che includeva fra i suoi premi l’esposizione al MAXXI.
WunderMoRE, visibile negli spazi gratuiti del foyer Carlo Scarpa, vuole proporre una visione unica e densa dell’archivio, mostrandone l’eccezionalità e alludendo all’idea di collezione, alla storia del museo e della museologia.
Come suggerisce il titolo, il tema centrale dell’allestimento è la meraviglia, intesa come insieme di mirabilia, naturalia et artificialia, oggetti facenti parte delle antiche Wunderkammer, prime forme di esposizione del collezionismo, ma anche come quella fondamentale componente del progetto d’artista collegata alla visionarietà e alla potenza evocativa.
The Independent è un progetto di ricerca del MAXXI a cura di Giulia Ferracci ed Elena Motisi, incentrato sull’identificazione e promozione degli spazi e del pensiero indipendente. Il progetto vuole ampliare e sfidare i limiti attuali delle istituzioni museali, elaborando diversi modi per agire nella contemporaneità.

Rotazione continua orizzontale
 (1975), probabilmente intitolato Da un’idea del ’69, consiste in un intervento pittorico ambientale proposto dall’artista per la facciata della Scuola Materna di Merate, in occasione del Concorso Legge del 2% Scuola Materna (ente morale) di Merate

Il progetto afferisce alla ricerca condotta da Scaccabarozzi fra la fine degli anni ’60 e la prima metà degli anni ’70, inerente ai cicli dei Fustellati: serie scaturita dall’analisi della creazione del movimento, nel rapporto tra superficie, profondità, luce e percezione, in cui lo spazio viene inteso come campo di possibili e potenziali variazioni
Parzialmente sollevati, inclinati, orientati e colorati, posizionati con andamento ritmico e sequenziale, i Fustellati sono un invito allo sguardo ed un incitamento alle potenzialità della percezione.
Rotazione continua orizzontale utilizza il colore giallo per sottolineare e completare l’andamento percettivo degli elementi cilindrici sulla superficie pittorico-ambientale, aumentando così le potenzialità visuali e cinetico-virtuali dell’intervento stesso, se fosse stato realizzato.

WunderMoRE

MoRE Museum

The Indipendent

LETTERA APERTA AL PERIODICO ON LINE "ARTRIBUNE"

Quando Antonio Scaccabarozzi (Merate 1936 – Santa Maria Hoe’ 2008), mio marito, morì in un incidente stradale nel 2008 e venni a sapere che mi aveva designato come suo erede “universale” non ebbi subito la percezione esatta del significato di quel gesto. In mezzo a un dolore immenso, sordo e continuo, sentivo che si trattava di una cosa importante ma solo col lento e tormentoso, passare dei giorni ho cominciato a intuirne anche l’enorme responsabilità.

 CHI ERA SCACCABAROZZI

Scaccabarozzi non era un artista “famoso” e nemmeno tanto “quotato”. Aveva creato un suo esiguo mercato essenzialmente in Germania, dovuto alle gallerie con cui lavorava ancora, mentre in Italia, dopo un discreto successo grazie alla Galleria Lorenzelli di Bergamo (alla metà degli anni 70) e la stima che manifestava per lui il grande amico Antonio Calderara, veniva gradualmente dimenticato. Anche se le sue amicizie artistiche, basate su progetti espositivi comuni, in passato, erano di primo ordine e il rispetto e la stima, vera stima, per lui da parte di molti artisti importanti, di critici, di teorici e di galleristi erano grandi, sincere e testimoniate da me. Antonio Scaccabarozzi veniva, nei primi anni del 2000, invitato solo a mostre estremamente marginali… ma continuava a lavorare e ad evolvere, secondo lui ovviamente, dai primi anni 60 all’agosto del 2008. Scaccabarozzi non ha fatto altro che essere un artista e non ci teneva assolutamente a fare altro; per lui, vivere del suo lavoro, solo quello che al momento creava, non quello che aveva in passato prodotto, era l’unico modo di esistere. Viveva completamente dedicato alla sua arte.
Ho raccontato in breve questo essenziale background per far capire che io, ora, ero l’”erede universale” di un artista che ha prodotto molto, che ha venduto molto, ma che, paradossalmente, era fuori da quello che si chiama” mercato” e che io, anche per amore e rispetto, dovevo far riemergere! Immagino che molti eredi di artisti si possano riconoscere nel racconto di questa situazione.Anastasia Rouchota-Scaccabarozzi

LE SIRENE DEL MERCATO

“Far riemergere” non significa solo “vendere” le opere per campare o, come mi indicavano in modo fermo e a volte perfino offensivo alcuni personaggi, “vivere meglio”. Nel mio caso c’era anche la convinzione reale del valore dell’artista dato che io, fino all’età di allora, sia per studio che per lavoro, non ho fatto altro che studiare i percorsi degli artisti. Questa convinzione non poteva e non doveva per forza coincidere in modo automatico con l’affermazione dell’artista sul mercato. Capisco benissimo parenti ed eredi di artisti che si trovano in una situazione analoga e che non hanno nemmeno i mezzi -essenziali – della mia valutazione.
Come fare? Attorno a te hai tante “sirene” che in modo di solito sommario, sperimentale e comunque assolutamente non scientifico, ai limiti del truffaldino, cercano di convincerti di “cedere” o di voler “ritirare” per “lanciare” attraverso “operazioni”…. Non so quale angelo mi ha preservato dal commettere tali colossali errori, di non cascare in queste trappole lusinghiere  ma riesco a capire e provare empatia per chi cede per stanchezza, per bisogno, per incompetenza, per faciloneria e non sempre per avidità.

GLI ARCHIVI

La parola Archivio ha magicamente illuminato la mia strada un paio di anni dopo la morte di Scaccabarozzi, e se devo essere sincera è stata lanciata come idea da realizzare proprio da una galleria di giovani e non dalle gallerie storiche di Scaccabarozzi situate soprattutto in Germania. Non finirò mai di ringraziarli per la delicatezza e l’intuizione che hanno avuto nei confronti dell’artista! Sicuramente ai tempi, né questi giovani e né tanto meno io avevamo le idee chiare su cosa fosse un Archivio, quanto lavoro, tempo, denaro e infine dedizione richiedeva. È passato un altro anno per capire che non poteva essere solo un servizio di autenticazione delle opere di mio marito e di qualche occasionale vendita di un periodo che veniva chiamato, non da me, “storico” prima ancora di tentare una storicizzazione vera dell’artista! Già, storicizzazione, valorizzazione, ma come si potrebbe arrivare a realizzare questi percorsi solo esponendo i lavori in galleria o nelle fiere o ancora nelle aste? Dopo aver sentito varie versioni anche contrastanti su cosa sia un Archivio e soprattutto  su come si organizza ed avendo, per mia grande fortuna a disposizione il magnifico Libro Mastro di Antonio Scaccabarozzi, dove tutto il suo operato era stato annotato dall’artista stesso, mi sono decisa a fare delle scelte radicali.

IL SENSO DI UNA VITA

Senza la pretesa di diventare uno specialista, uno pseudo-scienziato, mi sono messa a studiare, volevo solo scoprire il senso del mio patrimonio prima ancora di vederlo completamente mutato, forse, in denaro. Per fare questo mi servivano gli strumenti e ovviamente dei collaboratori esperti che in quel momento non potevano essere i mercanti. Comunque, mi sono messa alla guida del mio Archivio. Accettando rischi e assumendo la responsabilità. L’Archivio di un artista è il mondo magnifico del suo pensiero. Non solo sono le sue opere per ordine cronologico e tipologie, non sono solo le chiavi che possono introdurlo nel mercato dell’arte o tenerlo per sempre o per varie stagioni fuori, ma è la vita, giorno per giorno, un infinito acquerello della sua anima. L’Archivio comprende opere che, forse, non potranno mai essere vendute (o non dovrebbero), ma che meritano di essere viste, studiate, valutate per il pensiero che le ha fatte nascere. L’Archivio comprende TUTTA l’opera dell’artista, non c’è da scegliere periodi che “vanno” o opere facili da appendere sul muro!… L’Archivio è fatto di disegni di tante cose, di gioie, di sofferenze, di dubbi e di noia. Ci sono parole scritte, scarabocchi, nuvolette, liste della spesa, niente è banale, è proprio sulle liste della spesa che risultano le tipologie dei colori e di altri materiali, tutte informazioni preziosissime di cui sono golosi, giustamente i restauratori delle opere! Ci sono lettere di amici, di amori, di creditori, di collezionisti e galleristi, di direttori di musei, testimonianze, prove, storia, STORIA…E ancora liste infinite dei libri che l’artista leggeva e i punti che sottolineava, dei dischi di musica che ascoltava, i biglietti dei viaggi che decideva di fare, delle montagne che scalava e delle erbe che gli piaceva cogliere…

Tutto ciò io non lo volevo lasciare nelle mani, anche oneste, anche ottime, di nessun mercato al mondo. Ho scelto di mettermi alla guida dell’Archivio Antonio Scaccabarozzi scegliendo man mano i miei collaboratori e compagni di viaggio che ringrazio ogni giorno: lo storico dell’arte, l’archivista, la neolaureata assistente, il trasportatore, il fotografo di fiducia, la persona che mi tiene in ordine lo studio, l’informatico, la restauratrice. Dalla mia esperienza ho visto che la cura dell’Archivio giova anche al mercato delle opere perché i collezionisti si fidano di chi lavora con serietà e dedizione. Direi, addirittura, si affezionano. La voglia di approfondire, la passione, il tempo dedicato pagano, sono tranquilla, direi certa. L’Archivio di un’artista è un mondo che va offerto generosamente agli amanti dell’arte. Mi chiedo perché le grandi maratone d’arte contemporanea che sono le Biennali non abbiano ancora deciso di dedicare una intera sezione agli Archivi. Non solo per creare un confronto, non solo per offrire spunti e know-how a ricercatori e storici e critici d’arte, ma anche per servire a collezionisti, visitatori, curiosi, piatti meravigliosi di puro piacere intellettuale, non viziati dal fattore “mercato” che, forse, potrebbe, ogni tanto, ogni tanto dico, mettersi un pochino da parte. Questa è la proposta che vorrei lanciare: una sezione dedicata agli Archivi degli artisti a una prossima Biennale di Venezia.

Anastasia Rouchota-Scaccabarozzi

Cari tutti,
siamo lieti di invitarvi a leggere la Lettera aperta
scritta da Anastasia Rouchota, Erede e Direttore dell'Archivio Antonio Scaccabarozzi, ad Artribune, contenente una importante riflessione sul ruolo dell'Archivio nel sistema dell'arte contemporanea, e una proposta di dialogo tra archivi e Istituzioni e manifestazioni internazionali, tra le quali la Biennale d'Arte veneziana.

LETTERA APERTA

Antonio Scaccabarozzi nell'intervista a due voci tra Ilaria Bignotti e Renato Barilli su ARTRIBUNE.

Intervista su ARTIBUNE

DIALOGHI E CONFRONTI TRA STORIA E CONTEMPORANEITÀ

4 Febbraio 2018 ore 11.30-13.30


CUBO Centro Unipol BOlogna
Piazza Vieira de Mello, 3 e 5 (BO)
Tel 051.507.6060 - www.cubounipol.it

Museo digitale che colleziona, studia ed espone on-line progetti artistici non realizzati.

www.moremuseum.org

Intersezioni con la collezione di Villa Croce.

Museo d'Arte Contemporanea Villa Croce, via Jacopo Ruffini 3, Genova.

15 Ottobre 2017 / 14 Gennaio 2018

Mostra collettiva.

14 Ottobre 2017 / 14 Gennaio 2018

Cherasco (CN), Palazzo Salmatoris

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